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la fabbrica degli affetti: erminia al bivio

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Incontro con Giovanni Careri.

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Nella “Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso (1581) Erminia, principessa mussulmana, ama Tancredi, valoroso guerriero cristiano, appartenente, quindi, al campo dei nemici
che assediano la città. Terrorizzata dalla guerra e sopraffatta dall’impossibile amore per Tancredi, Erminia fugge nella notte allontanandosi da Gerusalemme assediata dai cristiani e alla fine si addormenta nel bosco vicino a un fiume. Al risveglio l’eroina incontra un pastore che la invita a unirsi alla sua famiglia e a condividere la sua vita semplice, ma serena, al riparo dalle passioni e dalla guerra. L’incontro di Erminia con il pastore è stato rappresentato molte volte in pittura ed è diventato un oggetto di dissenso tra i pittori: è possibile sottrarsi all’impero della passione amorosa e alla contingenza imprevedibile della storia? Ludovico Carracci, Domenichino, Guercino, Lanfranco, Cavallino rispondono, a modo loro, ovvero in pittura, a questa domanda che risuona con la nostra condizione attuale e con il desiderio, sempre vivo, di un’utopica Arcadia.

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